La comunicazione virtuale della scienza ieri e oggi

L’evoluzione tecnologica ha trasformato il modo in cui percepiamo e interagiamo con il mondo, e la comunicazione scientifica non fa eccezione. Da un tempo in cui il sapere scientifico veniva trasmesso principalmente attraverso testi e lezioni, oggi siamo in un’era dove la realtà virtuale (VR) e aumentata (AR) stanno ridefinendo i metodi di apprendimento.

Queste tecnologie, oltre a offrire esperienze d’immersione senza precedenti, stanno dimostrando un potenziale immenso nel campo della scienza. Non solo aiutano gli scienziati nelle loro ricerche, offrendo simulazioni dettagliate e modelli tridimensionali, ma anche nella divulgazione scientifica,
rendendo la scienza accessibile e comprensibile a un pubblico più vasto.

L’emergere di queste tecnologie ha portato a nuove sfide e opportunità. La rapida evoluzione scientifica, combinata con la diffusione di notizie false e la scarsa comprensione scientifica, ha reso cruciale trovare metodi efficaci di comunicazione. Qui entra in gioco la VR e AR, offrendo esperienze che possono aumentare la comprensione e l’interesse per la scienza.

L’apporto di Jeremy Bailenson e del suo team ha evidenziato come la VR possa influenzare non solo la percezione ma anche il comportamento, mettendo in evidenza il potere della simulazione immersiva. Attraverso esperimenti come “Becoming Homeless”, hanno dimostrato che queste
esperienze possono stimolare empatia e comprensione, aprendo la strada a nuovi metodi di insegnamento.

Le applicazioni della VR non si fermano alle ricerche di Bailenson. Già nel 2010, enti come l’INFN riconoscevano il potenziale delle tecnologie immersive non solo nella ricerca, ma anche nella divulgazione. I mondi virtuali come Second Life hanno offerto opportunità uniche per la
comunicazione scientifica, permettendo interazioni e dibattiti tra esperti e appassionati da tutto il mondo.

Iniziative come “Second Physics” e “Cafè della scienza” rappresentano esempi eccellenti di come la VR possa essere utilizzata per rendere la scienza più accessibile e affascinante. Mentre le tecnologie continuano a evolversi, è chiaro che VR e AR avranno un ruolo sempre più centrale nella
comunicazione scientifica del futuro, offrendo nuove opportunità per la scoperta, l’apprendimento e l’interazione. In un’era di incessante avanzamento tecnologico, la comunicazione virtuale riveste un ruolo sempre più centrale nel campo della scienza. Molti settori scientifici hanno accolto con entusiasmo le potenzialità di questa tecnologia, utilizzandola per studi, simulazioni, analisi e addirittura terapie.

Le moderne tecnologie hanno raggiunto un grado di realismo tale da permettere di ottenere risultati sorprendenti, rivoluzionando così il modo in cui scienziati, medici e professionisti variegati operano e comunicano le loro scoperte. Oltre a fornire supporto essenziale agli esperti di settore, le
tecnologie AR e VR stanno gradualmente guadagnando terreno nell’ambito
della comunicazione scientifica.

Nella società contemporanea, il pubblico è sempre alla ricerca di informazioni credibili, anche se non sempre dispone degli strumenti adeguati per individuarle, in mezzo a un mare di fake news e comunicazioni inesatte. Ecco perché i comunicatori scientifici si trovano ad affrontare la sfida di adattare continuamente strumenti, mezzi e contenuti a un pubblico diversificato, cercando di preservare e promuovere l’autorevolezza e la credibilità della scienza.

L’incremento delle potenzialità delle tecnologie immersive non solo ha permesso di esplorare scenari futuri e di anticipare imprese e invenzioni, ma ha anche offerto opportunità inedite nel campo dell’educazione scientifica. Già alla fine del ’90, l’ambiente virtuale multi-utente di Whyville.net aveva introdotto il concetto di apprendimento immersivo, un approccio poi portato
avanti con successo da piattaforme come Second Life, lanciata dalla Linden Lab nel 2003.

Con il passare degli anni, Second Life ha ospitato una serie di iniziative significative, inclusa la nascita di Second Physics nel 2007, un progetto che ha promosso la divulgazione scientifica attraverso visite guidate virtuali in collaborazione con istituzioni come la NASA, l’ENEA e l’INFN. Seguito poi da “Science on the Road”, un programma pluriennale focalizzato sulla divulgazione e l’educazione scientifica che ha registrato una notevole partecipazione e apprezzamento del pubblico.

L’evoluzione continua con la creazione del “Cafè della Scienza” nel 2010, un progetto italiano che ha portato docenti, esperti e appassionati di scienza a discutere e dibattere le ultime novità scientifiche e tecnologiche in un ambiente virtuale. Allo stesso tempo, concorsi come Scien&Art hanno invitato gli artisti di Second Life a creare opere d’arte ispirate a concetti scientifici, promuovendo così una fusione di scienza e arte.

Attraverso questa progressione continua, si può osservare come le tecnologie immersive abbiano non solo espanso il campo della comunicazione scientifica, ma abbiano anche creato un ponte tra il mondo scientifico e il grande pubblico, rendendo la scienza più accessibile e stimolante.

Mentre ci avventuriamo più profondamente in questa era digitale, il ruolo delle tecnologie immersive nella comunicazione scientifica continua a crescere, spalancando porte a nuove opportunità di apprendimento, scoperta e connessione. Adattabilità, ingegno e l’interazione tra realtà e virtualità saranno i pilastri portanti di questa nuova era della comunicazione scientifica.

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