Internet-of-things

IoT: connettere le cose in rete

IoT: connettere le cose in rete; 27 miliardi di dispositivi connessi IoT nel 2017. Questo numero arriverà a 125 miliardi di cose connesse in rete entro il 2030

Analizziamo i  dati dell’Internet of Things in Italia relativi al2020:

  • Contatori intelligenti (1,5 mld), auto connesse (1,18 mld) e smart building (685 mln) sono i primi segmenti di mercato. Smart Agricolture, Smart Factory, Smart Logistics e Smart City gli ambiti più in crescita
  • Cresce l’Industrial IoT: progetti attivi nel 68% delle grandi aziende, solo nel 29% fra le PMI, ma diminuisce il gap.  Smart Factory (66%) e Smart Logistics (27%) le applicazioni più diffuse, ma nascono progetti anche per la gestione del ciclo di vita dei prodotti (Smart Lifecycle, 7%)
  • Il Covid spinge la Smart City: nel 2020 è rilevante per l’89% dei comuni, per il 47% ancora più prioritaria con la pandemia. il 59% ha avviato progetti negli ultimi tre anni, ma il 46% di questi è ancora in fase pilota.

L’emergenza Covid19  ha rallentato la crescita dell’Internet of Things,  negli ultimi anni era stata molto rapida (+24% nel 2019, +35% nel 2018). Il mercato italiano ha retto l’urto della pandemia, segnando soltanto una flessione del 3%, in linea con l’andamento registrato nei principali paesi occidentali (che oscilla fra il -5% e il -8%), e attestandosi su un valore di 6 miliardi di euro.

Secondo alcune statistiche, nel 2020 quasi 50 miliardi di dispositivi connessi tra loro in tutto il mondo. Un numero evidentemente molto alto, che porta ad allontanarsi dal semplice contesto di casa o di città intelligente per avvicinarci ad un contesto globale.

Fino ad oggi si è mirato a connettere tra loro gli individui, tramite i dispositivi in loro possesso. Con l’Internet of Things, gli individui saranno attori spettatori e anch’essi oggetti connessi, in quanto saranno i dispositivi stessi a gestire informazioni sempre più complesse, fornendo di conseguenza servizi più articolati.

Ma cos’è l’ IoT e dove si applica? Il primo a parlare  di ‘Internet of Things’ fu nel 1999 Kevin Ashton, direttore esecutivo del consorzio di ricerca Auto-ID Center e ricercatore presso il MIT.

nel corso di una presentazione presso Procter&Gamble.  Ashton parlò della possibilità di estendere la rete Internet al mondo degli oggetti, facendo in modo che questi possano comunicare tra loro.

L’Internet of Things è una evoluzione della rete così come la conosciamo. Gli oggetti che vengono connessi sono identificabili all’interno di questa rete, diventano intelligenti grazie alla capacità che acquisiscono di accedere ad informazioni esterne e di comunicarne altre sul loro stato.

internet-delle-cose

IoT: connettere le cose in rete: rappresenta un insieme di tecnologie che forniscono la possibilità di collegare alla rete oggetti che per loro natura non nascono per essere connessi.

Gli elementi che appartengono alla rete infatti non devono necessariamente essere dei dispositivi elettronici, possono essere un qualsiasi tipo di oggetto, dotato di sensori in grado di trasmettere o ricevere dati.

Quindi: L’Internet of Things (IoT) è un neologismo che identifica una rete di cose connesse a Internet che includono dispositivi connessi e risorse fisiche abilitate all’IoT.

Grazie a computer sempre più miniaturizzati, sensori accessibili, reti onnipresenti e la crescente disponibilità di dispositivi intelligenti.  Un esempio sono le soluzioni per la casa “smart” o gli input industriali come le macchine, i robot, gli impianti per il petrolio e il gas o anche le risorse umane, è possibile connettere tutto.

Il nodo cruciale per l’IoT non riguarda le cose che si possono connettere, ma il perché, lo scopo e i risultati auspicati. Si possono individuare diversi potenziali obiettivi che determinano quali cose (Things) si desidera connettere, in modo tale da poter acquisire dati, controllare e trasferire informazioni per poi svolgere azioni conseguenti.

IoT è un termine generico che viene impiegato in molti ambiti d’utilizzo, in diversi comparti, coinvolge diverse tecnologie, standard e applicazioni.

Un esempio di IoT? In ambito cittadino, un rilevatore collocato in una strada che controlla i lampioni e segnala se la lampada funziona, può essere trasformato in un IoT: esso segnala informazioni rilevanti sulla qualità dell’aria o sulla presenza di persone.

IoT: connettere le cose in rete: le cose e i dati sono il punto di partenza e l’essenza alla base del funzionamento dell’IoT: i dispositivi e le risorse sono dotati di componenti elettronici, come sensori e attuatori, connettività integrata, mezzi di comunicazione e software per acquisire, filtrare e scambiare dati.

Questi oggetti diventano ‘smart’ e sono dotati di una identità elettronica, la qual cosa permette di creare una mappa intelligente che comprende tutte le ‘cose’ connesse alla rete e le informazioni che queste possono trasmettere o rilevare.

Diventano strumenti intelligenti in quanto assumono nel sistema un ruolo attivo, per cui non si limitano ad interagire con ciò che li circonda solo ricevendo o inviando tutte le informazioni, ma lo fanno sotto determinate condizioni.

Un esempio, in Svizzera sono stati installati dei semafori intelligenti programmati in modo tale da non dover aspettare un certo quantitativo di tempo per far scattare il verde, ma bensì lo attivano ogni qualvolta i sensori in essi integrati rilevano la presenza di un’automobile (in concomitanza con l’assenza di persone sulle strisce pedonali).

Sistemi di questo tipo consentono di avere un grande controllo sul mondo reale in tempi veloci. Questa considerazione porta alla riflessione sul tipo di applicazioni che è possibile realizzare data questa nuova opportunità.

Un esempio sono i servizi sviluppati per le automobili, che grazie all’integrazione di nuovi sensori riescono a dialogare con l’ambiente circostante generando delle condizioni di guida che risultano essere più comode e sicure.

IoT: connettere le cose in rete: l’uomo è attore passivo e spettatore di miliardi di dati che circolano in rete non sviluppati da individui, ma oggetti come il frigorifero di casa, la propria macchina, la propria lavastoviglie.

Come funziona l’Internet delle cose? Ogni oggetto interagisce con il mondo circostante, in quanto è dotato di “intelligenza artificiale”, ovvero reperisce e trasferisce informazioni tra rete Internet e mondo reale.

La connessione delle cose e l’utilizzo dei dati consente di apportare vari miglioramenti e innovazioni nella vita dei consumatori, nel mondo degli affari, nell’assistenza sanitaria, nella mobilità, nelle città e nella società.

Dal monitorare gli asset in un’azienda al controllare dove si trova il proprio animale domestico, dal tenere traccia dei container su un’enorme nave mercantile al controllo del processo di gestione dei rifiuti solidi urbani: ecco tanti diversi esempi e casi di utilizzo dell’IoT, a seconda del contesto.

Non a caso IoT è un driver essenziale che stimola l’innovazione tecnologica, è orientato a soddisfare i bisogni dei consumatori e della comunità, si basa sull’ottimizzazione e sull’automazione dei dati, sulla trasformazione digitale, sull’utilizzo di nuovi modelli di business e sulla mappatura dei flussi e dei processi in tutti i settori.

I potenziali utilizzi dell’IoT sono spesso segmentati in base ai bisogni di ognuno di noi e della società in genere. Qualche valido esempio? L’IoT consente di monitorare lo stato di salute di ogni paziente, tenere traccia delle risorse, controllare l’ambiente circostante, espletare interventi di manutenzione predittiva e di automazione domestica (domotica).

Esistono migliaia e migliaia di validissimi esempi di applicazione dell’IoT, a seconda del settore e/o del tipo di dispositivo o di cose interconnesse. Alcuni casi di utilizzo dell’IoT esistono nel settore industriale, altri in quello terziario.

L’IoT consentirà di ridurre i costi nei vari ambiti di utilizzo, di attuare la conversione delle tecnologie industriali, di coniugare l’Information Technology e la Tecnologia operativa (IT e OT), di attuare la Trasformazione industriale (Industry 4.0) e di raccogliere e archiviare una grossa mole di dati (Big Data).

Le aree principali che assorbiranno gli investimenti in Internet of Things comprendono: i processi di produzione, i trasporti, le tecnologie smart grid, gli edifici “smart” e la domotica intelligente.

In tutti gli ambiti di utilizzo, l’IoT include tutte le tecnologie correlate come l’intelligenza artificiale, cloud computing, cybersecurity, Big Data, varie tecnologie di connettività/comunicazione, blockchain e altro ancora.

Da un punto di vista aziendale gli accordi, le partnership, le collaborazioni, le alleanze e gli ecosistemi di innovazione sono anche la chiave per favorire la crescita ed il pieno sviluppo dell’IoT.

Curiosamente l’uomo copia se stesso, la meccanica quantistica e le scoperte scientifiche ci dicono che siamo immersi in un campo di energia e siamo tutti connessi tra noi e con il campo.

Con l’Internet delle cose, stiamo connettendo tutto ad una rete, immersi in un campo elettromagnetico.

Visits: 298

Lascia un commento