Il velo di Maya e il mondo virtuale

Il velo di Maya e il mondo virtuale

Cos’e la realtà?  Una domanda affascinante, inquietante, sin dai tempi antichi, terreno fertile per il dibattito filosofico.

Nel suo mito della caverna, Platone si interrogava sul fatto che la realtà percepita fosse soltanto la proiezione più o meno distorta della realtà vera.

Nei secoli successivi gli hanno fatto eco, con teorie e argomentazioni differenti, tutti i più grandi pensatori, fino ad arrivare ai giorni nostri, con  Nick Bostrom.

Nick Bostrom, ha conseguito un dottorato di ricerca dalla London School of Economics nel 2000 ed è stato direttore del Future of Humanity Institute presso l’Università di Oxford.

Oltre a studi e scritti, divulgativi e accademici, Bostrom, ha fatto frequenti apparizioni su diversi media occupandosi soprattutto di tematiche pertinenti al transumanesimo e ad argomenti ad esso collegati, quali la clonazione, l’intelligenza artificiale, la ,superintelligenza,  la possibilità di trasferimento della coscienza su supporti tecnologici, le nanotecnologie e le tesi sulla realtà simulata.

Nick Bostrom, è noto per essere sostenitore di una tesi secondo la quale le “probabilità che la specie umana viva all’interno di una realtà simulata sarebbero rilevanti dal punto di vista probabilistico”.

Nel contesto nel celebre saggio “Are you living in a computer simulation?” (stai vivendo una simulazione al computer?) ha ipotizzato la possibilità che noi potremmo inconsapevolmente vivere in un grande videogioco, programmato da una sorta di grande fratello.

Il termine realtà virtuale deriva dal latino realitas che vuole significare: “In senso astratto, la qualità e la condizione di ciò che è reale, che esiste in sé e per sé o effettivamente e concretamente, il complesso delle cose concrete, materiali, in opposizione a ciò che è immateriale, non tangibile; la qualità di apparire ed essere reale, cioè di esistere effettivamente e di non essere apparente o immaginario o possibile“.

Il velo di Maya

E allora come possiamo dire che il mondo è ciò che vediamo e reale? Secondo Schopenhauer, il mondo è una rappresentazione ed è illusorio, quindi non è reale poichè il reale può essere trovato solo togliendo ciò che lui definisce “il velo di Maya”.

Il velo di Maya è quel “Velo” immaginario che nasconde il “vero” mondo agli occhi dell’uomo. La vita, quindi, si presenta come un sogno e il reale si nasconde dietro il Velo.

Essendo l’uomo “ignorante”, nel senso che non conosce il mondo e che questo non è cosi come appare, per cui non vede realmente il mondo, ma vede solo ciò che vuole, vede il mondo come lui lo desidera e non com’è realmente.

Non parliamo quindi di conoscenza oggettiva, ma essa è una conoscenza “non vera” in quanto il “vero mondo” si nasconde agli occhi dell’uomo dietro un velo, il Velo di Maya.

E’ Maya il vero ingannatore, che avvolge gli occhi dei mortali e fa vedere un mondo che non si può dire che esista, ne che non esista;  perchè  ella rassomiglia al sogno, rassomiglia al riflesso del sole sulla sabbia; o rassomiglia ad una corda gettata per terra che egli confonde con un serpente.

In merito alla realtà virtuale, Elon Musk ha offerto un’interpretazione tecnologica del fatto di vivere in una simulazione, sostenendo come il realismo raggiunto dalla computer grafica a breve potrà rendere i videogiochi identici alla realtà, completando l’illusione provocatoriamente teorizzata da Bostrom.

Ma in fondo, cosa c’è di strano in tutto questo? Il cinema e la letteratura ci hanno prospettato per anni ogni sorta di visione distopica come ad esempio Matrix.

il mondo virtuale

Cos’è la reltà virtuale? “Un sistema costruito da un insieme di dispositivi informatici in grado di consentire un nuovo tipo di interazione uomo computer“.

E’ una definizione generalista, ma inquadra i due elementi essenziali: i dispositivi di input-output e l’interazione macchina-uomo.

Sintetizzando potremmo dire che l’ambiente virtuale è la simulazione sul computer di un ambiente tridimensionale, esplorabile in tempo reale, nel quale un soggetto può interagire con gli oggetti contenuti al suo interno, quindi fisica, geometria, matematica, dove il contenuto è qualsiasi oggetto presente nella simulazione.

Gli ambienti virtuali saranno poi modificati a seconda delle interazioni provocate dall’utente che potrà connettersi al mondo digitale mediante i dispositivi di raccolta informazioni, ovvero gli input.

A seconda del tipo di interazione e dei sistemi di input e alle modalità di output, possiamo avere esperienze diverse che vengono suddivise nel seguente modo:

  1.  realtà virtuale non immersiva
  2. realtà virtuale semi-immersiva
  3. realtà virtuale immersiva

Per sensore di posizione si intende quello specifico dispositivo che riporta la posizione di un oggetto interno al mondo virtuale ad un computer.

Di solito questi sensori vengono utilizzati per tracciare la testa dell’utente e le sue mani.

Lo sviluppo della realtà virtuale e legato in maniera indissolubile all’ evoluzione tecnologica, quindi alla realizzazione di dispositivi sempre più performanti: i visori.

Attualmente esistono due tipi di visori: I visori che necessitano di un’ unità di elaborazione separata collegata al dispositivo come Oculus e visori liberi da questa tipologia di vincolo (dispositivi mobile con supporto).

Il velo di Maya e il mondo virtuale

Tale preambolo, per spiegare il nome del sito: velo di maya. La stessa realtà è illusoria e pur vivendo da secoli in questa illusione oggettiva, allora perché non creare una nuova illusione attraverso un’interazione uomo macchina? La realtà si allarga e l’immersione è molto impattante sia a livello fisico che emotivo. Gli sviluppi permetteranno viaggi virtuali in ere passate, ere future e forse potremmo strappare il velo di Maya e risvegliarci per trovare il vero mondo: dei o cenere?

Leggi il post : introduzione alla realtà virtuale

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