mito della caverna Platone

La caverna di Platone e la realtà virtuale

La caverna di Platone e la realtà virtuale: la “Caverna” di Platone è una metafora presentata nel libro “La Repubblica” per esplorare  idee riguardo la realtà, l’ignoranza e la saggezza. Anche se ovviamente Platone non poteva prevedere la tecnologia della realtà virtuale, la sua allegoria presenta interessanti parallelismi con il concetto moderno di realtà virtuale. Ecco come:

  1. La percezione della realtà: Nell’allegoria della caverna, gli uomini sono incatenati in una caverna da quando sono nati, e possono vedere solo le ombre delle figure che si muovono dietro di loro, riflesse su una parete. Queste ombre sono la loro realtà. Allo stesso modo, quando indossiamo un visore per la realtà virtuale, la nostra percezione della realtà è limitata e distorta da ciò che vediamo attraverso il dispositivo.
  2. Liberazione dalla falsa realtà:  uno degli uomini incatenati viene liberato e, dopo un iniziale disagio e confusione, si rende conto della vera realtà fuori dalla caverna. Analogamente, quando togliamo un visore di realtà virtuale, torniamo alla nostra realtà quotidiana e ci rendiamo conto della differenza tra l’esperienza virtuale e la realtà.
  3. Il concetto di realtà superiore: Per Platone, le ombre nella caverna rappresentano la realtà percepita, mentre le forme (o idee) fuori dalla caverna rappresentano una realtà superiore e più autentica. Questo può essere paragonato al nostro concetto di realtà virtuale versus realtà fisica. Tuttavia, è interessante notare che, mentre la realtà virtuale è spesso vista come meno “reale” rispetto alla realtà fisica, Platone potrebbe dire che entrambe sono realtà, mere ombre di una realtà superiore.
  4. L’educazione e la consapevolezza: L’allegoria sottolinea anche l’importanza dell’educazione e della consapevolezza. L’uomo liberato dalla caverna è inizialmente accecato dalla luce del sole (la verità), ma gradualmente si adatta e comprende la vera natura della realtà. Allo stesso modo, la realtà virtuale e altre tecnologie possono essere strumenti educativi, permettendoci di esplorare e comprendere aspetti della realtà che altrimenti potrebbero essere inaccessibili.

In sintesi, l’allegoria della caverna di Platone può essere vista come un’anticipazione dei dibattiti filosofici sulla natura della realtà in un’era di realtà virtuale. Esplora le idee di percezione, realtà e verità, che sono centrali anche nei dibattiti contemporanei sulla realtà virtuale.

In questo passo di “Repubblica”: Prigionieri di una caverna sotterranea, con lo sguardo rivolto sulla parte di fondo…

Dopo tutto questo» dissi, «paragona la nostra natura, in rapporto all’educazione e alla mancanza di educazione, a una condizione di questo tipo.

Immagina dunque degli uomini in una dimora sotterranea a forma di caverna, con un’entrata spalancata alla luce e larga quanto l’intera caverna; qui stanno fin da bambini, con le gambe e il collo incatenati così da dover restare fermi e da poter guardare solo in avanti, giacché la catena impedisce loro di girare la testa; fa loro luce un fuoco acceso alle loro spalle, in alto e lontano; tra il fuoco e i prigionieri passa in alto

una strada, e immagina che lungo di essa sia stato costruito un muretto, simile ai parapetti che i burattinai pongono davanti agli uomini che manovrano le marionette mostrandole, sopra di essi,al pubblico.»
«Vedo» disse. ”  Continua su: l’allegoria della verna

Vorrei aggiungere che esplorare una realtà diversa come la realtà virtuale, al di la delle applicazioni che vedremo, dovrebbe sollecitare l’intelletto di tutti a riprendere il cammino dell’uomo e scoprire qual’è veramente la propria realtà fuori dalla caverna. Sappiamo benissimo che la realtà virtuale può essere un mezzo di liberazione, ma anche una trappola micidiale. 

 

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